Valutazione complessiva livello di magia :
4/5
Phuket, la più grande isola della Thailandia, nota anche come “terra del sorriso”, purtroppo vide scomparire quel sorriso quando il 26 dicembre 2004 venne distrutta dallo spaventoso tsunami che devastò l’Oceano Indiano. Un decennio dopo è però risorta dalle sue ceneri, come l’araba fenice, e ora è nuovamente una delle attrattive più rinomate per il turismo asiatico.
Con orgoglio mostra le sue spiagge stupende, il mare cristallino, i boschi incontaminati e le colline da cui prende il nome. “Phuket” infatti deriva dal malese “bukit” il cui significato è appunto “collina”.
Grazie alla sua fortunata posizione geografica Phuket si trovò sulla rotta commerciale tra India e Cina. Questo le guadagnò prestigio e indiscussi vantaggi economici, ma al contempo fu anche ambito trofeo di influenze straniere, proprio per il ruolo che rivestiva come punto di appoggio commerciale. A Phuket si ancoravano le navi in transito in attesa del termine della stagione dei monsoni. La natura incontaminata dell’interno fu una protezione per le popolazioni indigene che vi risedettero fino al XIX secolo, quando i minatori iniziarono ad occupare i loro territori. Lungo le spiagge invece vivevano gli zingari del mare, prevalentemente pirati e pescatori di perle. Ancora oggi si possono trovare nella forma originale i villaggi da loro costruiti, che prendono la distanza dall’industria del turismo, sopravvivendo soprattutto grazie alla pesca.
Fino agli anni 70 del secolo scorso il suo relativo isolamento, per via di mancanza di collegamenti con la terraferma, tenne Phuket al di fuori delle tipiche mete del turismo di massa. Poi le sue attrattive naturalistiche iniziarono ad attirare prima i turisti alla ricerca dei pochi angoli ancora incontaminati del paese, poi l’industria del turismo che la colonizzò negli ultimi anni del secolo scorso.
Come per ogni meta posta in quella particolare area geografica si consiglia al turista di prendere le precauzioni dovute al caso: controllare il periodo climatico più adatto per il viaggio e seguire scrupolosamente le norme igieniche e sanitarie previste.
Cosa visitare
Per chi volesse venire a contatto coi veri abitanti di Phuket il consiglio è di andare a visitare Rawai, un antico villaggio creato dagli zingari del mare che ha mantenuto inalterate le sue tradizioni economiche e culturali. Il mercato del pesce offre la più vasta scelta della zona e le perle vendute qui non si trovano da nessun’altra parte. Il villaggio è costruito nelle vicinanze di una delle più belle spiagge di Phuket: Rawai Beach da cui partono escursioni in barca per le vicine isole deserte (Bon, Kho Kaew, Kho Coral…).
Ma fra le spiagge che fanno a gara in bellezza ci sono anche: Nai Harn Beach, Kata Noi Beach, Freedom Beach e Kata Beach, solo per citarne alcune. I fondali incontaminati si prestano a quello che è uno degli sport preferiti dai turisti in visita: le immersioni e lo snorkeling.
Una delle attrattive locali più note è la statua di buddha, alta ben 45 metri, interamente costruita in marmo bianco. Essendo il buddismo la religione di stato, Phuket presenta un buon numero di templi dagli arredi dorati e decorati.
Ma accanto a questi si possono trovare anche rari esempi di architettura ortodossa, come la bellissima Holy Trinity Church che svetta ampia e maestosa nei suoi abbinamenti di bianco ed oro.
Le caratteristiche strade del centro sono vivacemente colorate e sempre molto affollate in un turbinio di odori e rumori. La città vecchia di Phuket è indimenticabile, un crogiuolo di culture diverse mescolate sembrerebbe a casaccio, dove possiamo trovare grandi palazzi coloniali, vicino a case in stile portoghese o circondati da piccole abitazioni di fattura asiatica.
Immancabile infine è lo Tsunami Memorial Park, dove la memoria si è fermata al ricordo di tutte le vittime spazzate via dall’acqua come un colpo di spugna. Punto nostalgico per non dimenticare.
Come arrivare sull’isola – Mezzi di trasporto
Phuket è raggiungibile per via area, facendo scalo a Bangkok. Il viaggio è particolarmente lungo (14-18 ore circa), ma è decisamente il modo migliore per raggiungere l’isola a meno che non si decida di esplorare la Thailandia in modo “più selvaggio” prendendo un autobus a Bangkok e raggiungendo Phuket via terra. Il viaggio è particolarmente lungo (circa 12 ore dalla capitale) ma i paesaggi mozzafiato che si incontreranno valgono decisamente la pena.
Una volta raggiunta l’isola poi ci si può spostare utilizzando i vari mezzi qua sotto elencati:
Autobus:
PRO: prezzi piuttosto bassi
CONTRO: tutte le linee collegano esclusivamente Phuket Town con le principali spiagge, ma non è possibile spostarsi da una spiaggia all’altra. Se uno volesse cambiare spiaggia deve prima tornare a Phuket Town e prendere l’autobus per un’altra spiaggia
Songthaew (autobus tradizionali e tipici dell’isola):
PRO: si prendono dal terminal di Phuket e non hanno fermate stabilite ma portano alla meta desiderata dal passeggero
CONTRO: se si scende in un punto isolato è più difficile il ritorno
Tuk-tuk (che assomigliano un po’ a dei minivan e spiccano per il loro colore rosso):
PRO: si muovono agevolmente nel traffico
CONTRO: spesso gli autisti dei tuk tuk si sono resi rei di truffe ai danni dei turisti. Non essendoci un tassametro è necessario concordare prima la tariffa per raggiungere la destinazione desiderata
Taxi:
PRO: sono la soluzione migliore perché oltre ad essere più sicuri sono anche i più economici fra i servizi di trasporto privato, purché siano quelli ufficiali (i taxi non ufficiali sono spesso convenzionati con gli hotel che li consigliano, ma sono i più costosi)
CONTRO: sono molto pochi e spesso è difficile trovarli
Moto taxi (riconoscibili dal giubbotto verde o rosso, numerato, indossato dall’autista):
PRO: sono i più veloci e i più economici in assoluto
CONTRO: vanno bene per spostamenti brevi ma per itinerari lunghi sono scomodi e anche poco sicuri
Noleggio auto o moto:
PRO: assoluta libertà di movimento
CONTRO: a Phuket si registrano tantissimi incidenti e quindi è indispensabile avere un’assicurazione casco che copre ogni tipo di situazione. Inoltre bisogna ricordarsi che a Phuket, come nel resto della Thailandia, la guida è a sinistra
Longtail boat (tipiche imbarcazioni dalla forma lunga e stretta diventata simbolo della Thailandia):
PRO: permettono di raggiungere le isole deserte e le spiagge incontaminate non raggiungibili in altro modo. Il panorama che si può gustare da questo mezzo è di incomparabile bellezza
CONTRO: direi nessuno, a patto che non si soffra il mal di mare
Cosa mangiare
La cucina Thailandese è molto nota ma non sempre adatta a tutti i palati a causa dell’elevata piccantezza che spesso la caratterizza. I thailandesi hanno la rara capacità di rendere unico anche il piatto più povero grazie alla maestria con la quale intagliano e decorano i vari alimenti. Alla base della cucina thailandese ci sono soprattutto la frutta e il pesce. Il riso si accompagna ad ogni piatto (un po’ come da noi è per il pane).
I piatti più conosciuti e più golosi sono:
- il PadTai: pasta con gamberetti (o pollo), noccioline tritate e verdure;
- il Tom Yum Kung: zuppa di erbe e pollo o frutti di mare, particolarmente piccante;
- Il Som Tum: un mix di papaya, gamberetti e noccioline, uno dei piatti più piccanti in assoluto.
Comunque per chi non amasse la cucina thailandese, che merita però decisamente almeno un assaggio, ci sono un gran numero di pizzerie e altri ristoranti stranieri.
Dove dormire
Sull’isola di Phuket c’è una gran quantità di alberghi adatti ad ogni gusto e ad ogni tasca. Di hotel economici ce ne sono in gran numero, ma se si vuol proprio risparmiare al massimo, si consigliano le guesthouse o i bungalow sparsi un po’ su tutta l’isola. Queste ultime soluzioni sono più adatte ai giovani che vogliono viaggiare senza vincoli di orari o norme particolari da rispettare. Mentre per le famiglie si raccomandano soprattutto gli hotel.
Per chi è alla ricerca di vita mondana si consiglia di soggiornare a Patong, mentre chi è in cerca di tranquillità è bene che opti per Kata o Karon. Qui si trovano i grandi resort, dai più relativamente “economici” a quelli di lusso e da sogno.
Phuket è un angolo di paradiso sulla terra, sporcato purtroppo da quella che è una delle aberrazioni portate dal turismo di massa unito alla profonda povertà della popolazione locale: quello che comunemente viene definito “turismo sessuale” ma che nulla ha del turismo. Per questo motivo chi vuole prendere le distanze da questo sfruttamento di donne, o spesso bambine, è bene che si tenga a distanza da alcune zone, soprattutto da Patong.